domenica 26 marzo 2017

Harry Parker – Anatomia di un soldato


VOTO: 🌞🌞☀️☀️☀️

Pubblicato il 17 novembre, 2016

SINOSSI

Tom Barnes è un giovane capitano dell’esercito britannico in Afghanistan, che durante una missione salta in aria su un ordigno improvvisato e perde le gambe; Latif è un ragazzo afghano che milita nelle file dei ribelli, mentre Faridun, suo amico d’infanzia, cerca di vivere pacificamente nel proprio villaggio; neanche loro saranno risparmiati dalla ferocia del conflitto. «Anatomia di un soldato» racconta la storia – tragicamente ordinaria – di questi tre personaggi in maniera straordinariamente originale, attraverso 45 capitoli ciascuno narrato da un oggetto testimone della vicenda: una scarpa da ginnastica di Latif, un ordigno costruito dai guerriglieri, la bici di Faridun, lo zaino di Tom, la borsa di sua madre, la sega che gli amputa una gamba, la protesi che gliela rimpiazza… È un coro di voci prive di sentimentalismo, di ideologia, di riferimenti all’attualità: ciò che raccontano, dalla loro prospettiva ravvicinatissima, è solo il dramma eterno della guerra, con il suo portato di dolore, distruzione e morte, ma anche la capacità umana di conservare, malgrado tutto, la speranza. Un indimenticabile romanzo di esordio, autobiografico nei dettagli ma dalla portata universale, che unisce l’audacia della sperimentazione all’autorevolezza di un classico.

RECENSIONE

Avevo letto delle recensioni molto positive su questo libro. Così, spinta da un’idea di scrittura cosí moderna, ho deciso di provare a leggerlo. 

L’idea dello scrittore di far conoscere il suo personaggio tramite il racconto dei suoi oggetti personali è decisamente buona. Purtroppo, però, il libro è molto lento e ho fatto una fatica immane per arrivare alla fine. Sarà che i libri di guerra, almeno quelli che non siano inerenti al nazismo, mi annoino a morte. Sarà per l’eccessiva prolissità di alcuni oggetti (capitoli), sarà che questo libro poteva essere benissimo di un centinaio di pagine in meno… 

Insomma, purtroppo non mi è piaciuto come immaginavo. E sapete che questa cosa mi fa venire il magone, perché leggere un libro a vuoto è una di quelle cose che, nella vita, destabilizza psicologicamente. Sarò io? Non era il momento di leggere un libro del genere? Magari capiterà come con Stephen King e 22/11/1963 che quando l’ho aperto per la prima volta non sono proprio riuscita ad andare oltre pagina 60, preso in mano dopo più di un anno, finito in pochi giorni e… Ora é uno dei miei libri preferiti! 

Magari riprovo a leggerlo più avanti, voi che dite?

 
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