Una delle canzoni cardine di questo nuovo album di Ermal Meta, uscito il 9 febbraio, Non abbiamo armi.
Una canzone d’amore. Ma tanto amore. Tanto quanto ne può contenere un cuore, una testa o un’anima grande:
LA CANZONE D’AMORE.
È difficile anche solo riuscire a parlare, dopo che l’avete ascoltata per intero. Cercherò, se possibile, di essere più obiettiva possibile in questa mia recensione. Scusatemi se non ci riuscirò.
Credits: album Non abbiamo armi
9 primavere è un flusso di coscienza sotto forma di poesia visuale. Ricordi, uno dopo l’altro, via via ad incalzare e a rallentare, proprio come fa la vita vera, quella vissuta, le piccole cose che succedono durante un lasso di tempo ben preciso, in questo caso in 9 anni.
La base è ritmata ma dolcemente, la voce di Ermal è dolce ma a momenti molto sofferta. Si intuisce tutto il sentimento che sprigionano queste parole (scusate, ma chiamarla solo canzone mi sembra riduttivo).
La semplicità. La semplicità di un amore, la sua normalità di tutti i giorni e che anche quando va male attaccarsi a qualcosa di razionale come la scienza per cercare di superare il momento (sono solo lacrime, è solo scienza e la si può spiegare, è solo un po’ di acqua con il sale).
Questo racconto visuale –l’ho chiamato così, magari me lo sono inventato al momento e non esiste, ma- è quello che mi fa venire in mente: un film. Perché ascoltando questa canzone si vedono dentro agli occhi le immagini che passano ad evocare durante il dipanarsi della trama di un film. Ermal canta e noi vediamo questo film proiettato direttamente nei nostri nervi ottici. Si arriva al momento clou assolutamente a sorpresa. Tutta la canzone è basata su questa storia d’amore, arriva ad un punto di non ritorno (lo sai che sta piovendo perche ci stiamo lasciando, altrimenti sai, mica pioveva cosi tanto) e ci lascia di stucco. Tutte quante. E se prima si piangeva per l’amore che traspariva forte e chiaro da ogni parola, dopo questa cosa si piange per una tristezza infinita che prende la gola. Proprio come quando un amore del genere, così grande, finisce.
È difficile superare questa canzone, maledettamente difficile, ma Ermal, nonostante tutto il dolore che traspare, ci aiuta e finisce 9 primavere con l’augurio che sia possibile ritrovare la serenità (e queste nuvole d’acciaio fanno
sparire il cielo, vedrai che tornerà sereno, domani tornerà sereno) e, noi lo speriamo con lui perché (ti voglio bene).
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