Un momento catartico. Ecco cosa è stato, ieri sera, la visione del (bellissimo) documentario della Bbc2 The Last Five Years.
Un momento in cui le lacrime si mischiano a sorrisi sempre più dolci fino ad arrivare all’apoteosi finale: la battuta sul taglio di capelli e il fuorionda divertentissimo di Tony Visconti sulla parola scoreggia rimasta impressa sul take di Space Oddity. Ridevo e piangevo assieme.
La notte, poi, ho sognato tanto. Ho sognato le sue foto proiettate sui muri, fermo immagine della sua carriera. Ho sognato un ragazzo che gli assomigliava tantissimo e che dovevo coccolare perché era triste. Svegliata questa mattina mi sento leggera, mi sento in pace, sento che David è davvero passato di là (ovunque sia il di là) e ci guarda sorridendo. Sento che sta bene e che ora, forse più di prima quando era in vita, ci è vicino. Perché è dentro di noi. È tutto intorno a noi. Lo possiamo sentire e vedere con gli occhi dell’anima ora. Può tornare ad aiutarmi come ha sempre fatto, perché so, che ogni volta che lo penserò forte, lui sarà lì per me (solo per me, solo per ognuno di noi), per sostenermi, per distrarmi e per tranquillizzarmi.
Non so voi, ma io sono contenta.
Grazie David per essere sempre con me (con noi), ti amo.
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