domenica 3 giugno 2018

“Irregolari? È finita la pacchia!” (cit. M. Salvini)

Questa vignetta di Vauro, venata di ironia nera (scusate il gioco di parole non voluto assolutamente) è di una sconvolgente verità: chissà che pacchia i migranti irregolari sfruttati dal caporalato italiano che li paga 3 euro all’ora, li obbliga a lavorare per 12/16 ore al giorno e li fa vivere in condizioni pietose dentro catapecchie di lamiere.

Bella pacchia, caro il Ministro degli Interni, davvero bella, sì.

giovedì 31 maggio 2018

Il disordine

Dei fanciulli e degli idioti si trovano ad essere l’espressione politica della situazione e piangono o impazziscono sotto il peso della responsabilità storica che all’improvviso grava sulle loro spalle di dilettanti ambiziosi irresponsabili; la tragedia e la farsa si alternano sulla scena senza alcuna connessione; il disordine raggiunge gradi che parevano impossibili alla fantasia più sfrenata.

Antonio Gramsci, 10 novembre 1924

mercoledì 2 maggio 2018

venerdì 9 marzo 2018

#LottoMarzo una Festa per le Donne


Ieri era l’ 8 marzo. Festa della Donna.

Una festa che, già da qualche anno (dai ruspanti anni ’80) non è più quello per cui era nata. Si sta provando negli ultimi anni tra femminicidi, vessazioni lavorative varie, violenze di ogni genere verso il mondo femminile, a riportare l’attenzione dall’aprire le gabbie la sera dell’ 8 marzo con tanto di omini mezzi nudi e oliati come carta per la focaccia ad una più consapevole conoscenza dei problemi del mondo femminile.

Vi voglio parlare della Legge 194/1978. A maggio si celebrerà il quarantesimo anniversario dell’entrata in vigore della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza (ivg), che nel 1978 legalizzò l’aborto in Italia. Una legge importantissima che, al giorno d’oggi viene attaccata su più fronti.

Come si può leggere dal grafico qui sopra, negli ultimi anni, il ricorso alla 194 è diminuito drasticamente. In generale il calo degli aborti in Italia è dovuto a diversi fattori, in particolare ai livelli più alti d’istruzione e ad una maggiore diffusione dell’educazione sessuale e della contraccezione (l’Italia comunque rimane indietro nell’uso dei contraccettivi rispetto ad altri Paesi europei). Un motivo molto importante è stato, dal 2015, l’introduzione della cosiddetta pillola del giorno dopo e quella dei 5 giorni dopo che viene venduta senza ricetta medica in farmacia. Potendo usare questo metodo, si tende ad usufruire di meno della legge sull’aborto.

Rimane, un problema gravissimo anche il crescente ricorso al l’obiezione di coscienza da parte di ginecologi, anestesisti e personale non medico, sopratutto nel Meridione.

Si viene a creare così un cortocircuito tra il diritto ad usufruire di una legge in vigore e il diritto di fare obiezione verso questa legge (sancito dalla legge stessa), che di fatto impedisce ad una larga fetta di donne italiane di poter usufruire del l’interruzione di gravidanza nella propria regione. Il collettivo Non una di meno, rivendica l’abolizione dell’obiezione di coscienza per i medici, il personale non medico e i farmacisti che lavorano nelle strutture pubbliche. Le femministe chiedono anche sostegno all’interruzione di gravidanza farmacologica nei consultori e più finanziamenti per queste strutture che promuovono la salute riproduttiva delle donne, la contraccezione e l’educazione sessuale.


Io sto dalla parte delle DONNE tutti i giorni. Non solo l’8 marzo.

Senza -inutili- fiori in mano, ma con un appoggio vero e sentito che dimostro avendo scritto questo post.

E Voi? Da che parte state?


(Credits per l’articolo: Internazionale.it)